“Non piangere come una ragazza”, “sii un vero uomo”, “queste sono cose da ragazzi”.
Quante volte avete sentito frasi come queste? Possono provenire da fonti diverse, persone diverse, contesti diversi, a volte è persino imprevedibile dire da dove proverrà la prossima. Ed eccoti lì, a lottare per capire cosa hai fatto di sbagliato, se hai mai fatto qualcosa di effettivamente sbagliato. Ti riempi di domande, preoccupazioni e paure di non essere accettato, di non comportarti come la società richiede, di non essere abbastanza. La paura ci rende vulnerabili e la vulnerabilità è una sensazione spiacevole con cui nessuno vorrebbe convivere. Quindi, iniziamo a costruire muri e scudi per proteggerci e attaccare quando ne sentiamo il bisogno.
Ma è così che vogliamo davvero vivere? Il costante rifiuto del nostro vero io è la vera soluzione? Inoltre, è vero che esistono cose per ragazzi e cose per ragazze, o lo riconosciamo solo per convenzione?
Siamo sinceri, dividere il mondo in due grandi categorie, come bianco e nero, buoni e cattivi, ragazzi e ragazze, ci rende la vita più facile da un lato e piuttosto vuota dall’altro. La bellezza sta nelle tantissime sfumature che si sviluppano dai due estremi. Ognuno di noi è l’incredibile rappresentazione di una di quelle sfumature. Pensa solo a quanto sarebbe meraviglioso se potessi esprimere te stesso e aiutare gli altri a fare lo stesso. Quanto sollievo e meno stress ci darebbe ? Non dovremmo più costruire muri né scudi, non dovremmo difenderci costantemente da ciò che percepiamo come un attacco esterno, non avremmo nulla da nascondere, ma solo bellezza da mostrare.
Abbiamo il potere, oggi, di permettere che ciò accada. Possiamo superare la dicotomia “cose per ragazzi” e “cose per ragazze” e costruire un ambiente in cui esprimerci per quello che siamo senza farci sentire come se ci mancasse qualcosa. La gender equality rappresenta anche l’occasione di mostrarci per quello che siamo veramente.